Indipendentemente dalla forma, il TFS interessa tutti i dipendenti pubblici assunti a tempo indeterminato entro il 31 dicembre 2000 che non abbiano optato per il Fondo Pensione Complementare di categoria Espero per Scuola e AFAM e Perseo Sirio per tutti gli altri. Trova invece automatica applicazione il TFR per tutto il personale assunto, a tempo determinato o indeterminato, successivamente al 31 dicembre 2000.
Sale così da 30 mila a 45 mila euro il limite per l’anticipo del tfs (il tfr degli statali) dei dipendenti pubblici. Facendo leva sul meccanismo del prestito bancario collegato a un’apposita convenzione con l’Abi.
Via libera anche alla possibilità (attualmente non prevista) di garantire l’anticipo della liquidazione anche a coloro che sono usciti dal lavoro prima del 29 gennaio 2019. Data di entrata in vigore del decretone.
Il DL 4/2019 innalza così a 45 mila euro con la legge di conversione del DL 4/2019 attualmente all’esame del Parlamento l’anticipo del TFS erogato dal settore bancario e con una detassazione del TFS commisurata all’entità della dilatazione temporale nel pagamento della buonuscita (sino al 7,5% del valore).
Il prestito sul TFS/TFR andrà a beneficio di quei lavoratori che accedono alla pensione sulla base dei requisiti individuati dall’articolo 24 del DL 201/2011 (cioè 67 anni di età o 42 anni e 10 mesi di contributi; 41 anni e 10 mesi le donne) o con la quota 100 (62 anni e 38 di contributi)
O anche, a seguito di un correttivo introdotto durante l’esame in Parlamento del Dl 4/2019, a coloro che siano andati in pensione con i predetti requisiti prima del 29 gennaio 2019, data di entrata in vigore del DL 4/2019.
Resterebbero esclusi dall’anticipo, tuttavia, un’ampia schiera di lavoratori a partire dal comparto difesa e sicurezza, le lavoratrici che accedono alla pensione con l’opzione donna, i soggetti che hanno fatto salvi i requisiti ante-fornero in virtu’ delle salvaguardie pensionistiche, chi ha usufruito della totalizzazione nazionale (Dlgs 42/2006). Si tratta di una limitazione di cui occorre tener conto.
Resta fermo il meccanismo di rateazione del pagamento di TFS e TFR previsto dal 1° gennaio 2014 a seguito della legge 147/2013. Nello specifico anche chi accede alla quota 100 vedrà corrispondersi il TFS/TFR: a) in un unico importo annuale, qualora l’ammontare complessivo, al lordo delle trattenute fiscali, sia complessivamente pari o inferiore a 50.000 euro; b) in due importi annuali, qualora l’ammontare sia complessivamente superiore a 50.000 euro ma inferiore a 100.000 euro. In tal caso, il primo importo erogato sarà pari a 50.000 euro, il secondo pagato dopo 12 mesi dalla prima tranche, sarà pari all’ammontare residuo; c) in tre importi annuali, qualora l’ammontare sia pari o superiore a 100.000 euro. In tal caso, il primo importo erogato rata sarà pari a 50.000 euro. Il secondo a 50.000 euro ed il terzo, dopo 12 mesi dal secondo pagamento, sarà pari all’ammontare residuo.
“Con quota 100 abbiamo sanato una gravissima discriminazione che c’era tra dipendenti privati e dipendenti pubblici. Prima i lavoratori della P.A., una volta andati in pensione, dovevano aspettare due o tre anni per avere la loro liquidazione; adesso nell’immediatezza avranno la possibilità di avere subito un gruzzoletto del loro Tfr/Tfs che probabilmente arriverà a 45mila euro“.
Così si è espressa il ministro per la Pubblica amministrazione, Giulia Bongiorno.
L’INPS, infine, ha comunicato che sarà disponibile online dal 1 aprile 2019 il prospetto di liquidazione del trattamento di fine rapporto (TFR) e del trattamento di fine servizio (TFS) dei dipendenti pubblici.
Fonte: Pensioni Oggi (www.pensionioggi.it)
Per chi ha l’APE volontario, come me, che non ho ancora capito chi eroga l’assegno mensile, immagino si debba aspettare la vecchiaia
mi sa di sì.
l’ape è esclusa dall’anticipo agevolato.
non ho capito molto… ma cercherò di informarmi meglio
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